RESPONSABILITA’ MEDICA: CONDANNATE TRE STRUTTURE OSPEDALIERE PER I DANNI RIPORTATI DAL PAZIENTE IN SEGUITO AD UN PEGGIORAMENTO CLINICO DELLE CONDIZIONI DI SALUTE DETERMINATO DA CONDOTTE NEGLIGENTI
ll Tribunale di Bologna, con la sentenza 8 settembre 2023 n. 1753, si è espresso su un caso di responsabilità medica in cui, per varie condotte negligenti assunte da sanitari appartenenti a tre diverse strutture mediche coinvolte nella gestione clinica del paziente, il medesimo ha subito l’amputazione dell’avampiede sinistro e dell’arto inferiore destro.
La causa di questa grave menomazione è ascrivibile dapprima ad un errato intervento chirurgico, alle cure errate somministrate in seguito all’operazione e alla mancata comprensione dei sintomi chiari di cui soffriva il paziente che, invece, avrebbero dovuto instradare l’operato dei sanitari.
Questa situazione portava irrimediabilmente al peggioramento del quadro clinico del danneggiato, il quale ha riportato una menomazione permanente valutata dai CCTTUU intorno al 70% come danno biologico.
L’uomo con i suoi figli citava in giudizio le tre strutture sanitarie.
Il risarcimento è stato riconosciuto in favore del paziente e dei ragazzi, anche se il Tribunale nella pronuncia in esame, 8 settembre 2023 n. 1753, ha nuovamente ribadito la differenza, da una parte, tra il danno derivante da responsabilità medica di natura contrattuale esistente tra il paziente e le strutture sanitarie citate in giudizio e, dall’altra parte, tra il danno che vantano i figli del medesimo che ha natura extracontrattuale.
Viene riconosciuto integralmente il risarcimento del danno biologico nella misura del 70%.
Tuttavia, il Tribunale non ha previsto l’incremento dell’importo del risarcimento in virtù della personalizzazione del danno in quanto l’attore non era riuscito a dimostrare giudizialmente i presupposti per ottenerlo.
Alle stesse conclusioni arriva il Tribunale in merito alle spese di assistenza futura poiché precisa che, per il riconoscimento delle stesse, è necessaria una lesione effettiva idonea a determinare, nel concreto, un dispendio economico e sulla scorta di questa ratio legis, la pronuncia ammetteva il ristoro di quelle effettivamente sostenute.
Il danno in capo ai figli, il cosiddetto danno riflesso, viene valutato sulla base delle Tabelle di Roma, poiché dal 2019 sono le uniche esistenti con le quali è possibile risarcire tale posta di danno.
Il Tribunale (secondo la giurisprudenza della Suprema Corte) riconosce non solo l’applicazione del Sistema Tabellare Capitolino, ma tiene anche conto del cambiamento della qualità vita dei figli, dimostrato in via presuntiva, e ha adottato un incremento per il figlio che era convivente con il padre e che ha stravolto la propria vita per fornire assistenza continua al genitore.
Dott. Luigi Pinò