Presunto errore dell’ostetrica: bimbo nasce morto a Palermo
Risale a poco tempo fa l’ennesima tragedia in sala parto che, puntualmente, ha scosso gli animi di tutti lasciando un magone che non si riesce a mandar via.
Era lo scorso 05/11/2023, quando presso l’Ospedale Buccheri la Ferla di Palermo veniva infranto il sogno di una madre che, giunta alla trentottesima settimana di gestazione, a causa di un presunto errore dell’ostetrica, dava alla luce un piccolo nato morto.
Cerchiamo di percorrere la vicenda puntando l’attenzione sui momenti più salienti.
La donna durante il primo periodo della gravidanza aveva contratto un’infezione da citomegalovirus per cui era stata sottoposta ad una terapia antivirale mirata e a periodici controlli perché la sua veniva considerata tecnicamente una gravidanza a rischio.
La donna il 02/11/23 verso le 12:00 si recava presso il citato Ospedale per un controllo di routine già fissato da tempo.
In quell’occasione, la partoriente veniva visitata da un medico che, riscontrando un aumento della pressione arteriosa, ha ritenuto opportuno eseguire ulteriori accertamenti e inviare la paziente al Pronto Soccorso.
Qui è stato allora predisposto il ricovero in Ospedale (sospettando l’inizio di una gestosi gravidica) per indurre il parto mediante l’utilizzo di un palloncino.
La mattina del 03/11/23 alle ore 7:00 il palloncino non avendo sortito alcun effetto e non avendo determinato nessuna dilatazione veniva tolto per iniziare una terapia con una pillola da prendere ogni 2 ore; inoltre, con la stessa cadenza, la donna eseguiva un tracciato per monitorare le proprie condizioni cliniche e soprattutto le capacità vitali del bambino.
Secondo la ricostruzione offerta dalla partoriente e dal proprio compagno, il 5 Novembre verso le 21:00 l’ostetrica che stava smontando di turno invitava la partoriente a presentarsi alla sala travaglio per la somministrazione di un farmaco e per eseguire un nuovo tracciato.
Sempre da quanto da loro sostenuto, parrebbe che l’ostetrica montante avrebbe somministrato la pastiglia alla paziente ma, inopinatamente, ometteva di effettuare il tracciato ritendendolo superfluo.
La partoriente a quel punto tornava in camera ma dopo circa un’ora, allarmata informava l’ostetrica di aver avuto delle perdite ematiche, ma la professionista la rassicurava escludendo il travaglio perché troppo prematuro.
Poco dopo la giovane viene portata d’urgenza in sala parto per eseguire un taglio cesareo.
Purtroppo il bimbo che la donna portava in grembo è nato morto infrangendo i sogni, le speranze di tutta una famiglia lasciandola nello sconforto.
Sono tanti gli interrogativi. Numerosi dubbi emergono in relazione alle scelte terapeutiche assunte dai sanitari e, ancor di più, in relazione al comportamento adottato dall’ostetrica.
Occorrerà valutare se una profilassi differente o, ancor di più, l’esecuzione di un ulteriore tracciato avrebbe potuto salvare il piccolo Noah.
I genitori hanno sporto denuncia per omicidio colposo.
Adesso la magistratura stabilirà, dopo l’autopsia, la causa della morte di Noah (nome del piccolo) e la giustizia dovrebbe fare il suo corso e punire, qualora fossero presenti i presupposti, i responsabili di questo evento forse prevedibile ed evitabile.
Dott. Luigi Pinò